• 10/09/2024

Argotec: da una cantina allo Space Park disegnato da Niemeyer

 Argotec: da una cantina allo Space Park disegnato da Niemeyer

David Alvino

Luca Indemini ha incontrato per noi David Avino, fondatore di Argotec, per scoprire progetti e sfide della factory italiana di microsatelliti

 

«Sono stato folgorato dalle prime immagini di Marte mandate dal rover nel 1996. Due anni dopo ho deciso di cambiare vita e dedicarmi al settore aerospaziale». David Avino inizia a lavorare in Olanda, Francia, Belgio e Germania; è istruttore di astronauti certificato NASA ed Esa e lavora nella Divisione Training del Centro Europeo Astronauti di Colonia. Poi, nel 2008, decide di tornare in Italia e a Torino fonda Argotec, specializzata nella produzione di microsatelliti

«Ho iniziato nella cantina della casa in cui abitavo in piazza Adriano, da lì ho fatto le prime call con la Nasa. Poi ho aperto il primo ufficio: una portineria dismessa dietro il Politecnico».

Avino ripercorre le tappe principali della sua avventura, mentre si appresta lanciare l’Argotec del futuro: nuova sede, nuovo Cda e progetti ambiziosi. «Quando siamo arrivati nella sede di via Cervino eravamo in 10, uno dei miei collaboratori, guardando gli spazi, mi ha detto: “E qui cosa facciamo, giochiamo a calcio?”. In poco tempo abbiamo dovuto ampliarci e tra pochi mesi ci trasferiremo nella nuova sede di San Mauro, che sarà una vera Factory».

Sorgerà in quella che era la sede delle Cartiere Burgo, un edificio futuristico progettato da Niemeyer nel 1975. «Una cattedrale, un monumento da ristrutturate e restituire alla comunità. In questo modo evitiamo nuove colate di cemento, nell’ottica della sostenibilità, che guida da sempre l’attività di Argotec.

La nuova sede si chiamerà Argotec Space Park e si sviluppa su dodicimila metri quadrati, di cui settemila dedicati alla produzione. Questo ci permetterà di produrre un satellite alla settimana: da una parte entrano le materie prima e dall’altra esce il satellite in delivery. Grazie a processi di automazione intelligente potremo gestire internamente tutta la catena di produzione, tanto per i satelliti di 15 chilogrammi, quanto per quelli più grossi, fino a 100 chili».

David Avino parla di restituire lo spazio alla comunità e questo spiega la scelta di mettere Park nel nome: «Vogliamo che il parco sia accessibile al pubblico, per fare jogging, venire a giocare a basket o fare una passeggiata. E magari, permettere di venire a vedere quello che facciamo nella factory. Ma l’idea di apertura è riferita anche alle startup, alle Università, ai Politecnici: avremo 1500 metri quadrati di spazi comuni che dedicheremo a fare vera Open Innovation e che metteremo a disposizione dei giovani che vogliono diventare imprenditori».

Quali saranno le ricadute occupazionali dell’ampliamento di Argotec? «Contiamo di superare i 200 dipendenti in Italia, considerando che ora ne abbiamo 150 e che nel 2008 ce n’era uno solo: io. Speravo, credevo che la Space economy sarebbe cresciuta e fortunatamente ho avuto ragione e continua ad essere in una fase espansiva».

E, aspetto non secondario, è possibile giocare un ruolo importante a livello internazionale, mantenendo i piedi in Italia e a Torino. Anzi, a San Mauro. «L’Italia gioca un ruolo importante in materia di Space economy e Torino è uno dei centri più vivi a livello italiano. Ma nel nostro settore è necessario dialogare con player internazionali. Quindi piedi ben saldi sul territorio e sguardo aperto sul futuro».

PIEMONTE ECONOMY - Argotec: da una cantina allo Space Park
David Alvino

Che vuol dire Stati Uniti, dove Argotec si sta espandendo, con una nuova sede nel Maryland, a 20 minuti da Washington. «È un investimento da 5 milioni di dollari, aumenteremo il team americano fino a 60 unità. Questo ci permetterà anche di avere uno scambio di competenze ed esperienze tra Europa e Stati Uniti».

In fondo, dagli Stati Uniti sono arrivate alcune tra le più grandi soddisfazioni professionali per Avino e per l’Argotec: «Siamo stati i primi a mandare due microsatelliti nello spazio profondo. Anche se la conquista del nostro spazio nello Spazio è partita a tutti gli effetti da qui, da una collaborazione tutta torinese con Lavazza, con cui abbiamo portato per la prima volta il caffè espresso nella Stazione Spaziale Internazionale. Un progetto che rientra perfettamente nella nostra mission: rendere lo spazio accessibile, portarci aziende che non ci era mai state».

Per continuare a crescere serve una governance adeguata: a ottobre sarà annunciato il nuovo Cda. Avino appare elettrizzato dalla prospettiva, anche se è ancora presto per fare anticipazioni. Evidenzia più volte il ruolo importante svolto da Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, nel dare un sostegno ad Argotec nel suo percorso: «Un sostegno esterno, da “padre nobile”, per il rapporto che ci lega», puntualizza Avino, ma qualche novità è lecito aspettarsela.

Un’ultima battuta viene riservata alle difficoltà che si incontrano nella ricerca di professionisti altamente qualificati, necessari in un settore come quello dell’aerospazio. «Cerchiamo di evitare l’asta dei professionisti, per fregarli ai concorrenti, è un sistema che non funziona, serve solo a sprecare risorse. Devono essere pagati il giusto, non strapagati solo perché se ne trovano pochi. Piuttosto è fondamentale aprire un dialogo con le Università, i Politecnici per cercare di far crescere le professionalità, tutti insieme».

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Luca Indemini

Giornalista specializzato in tecnologia e innovazione

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