Asti DOCG: cresce l’export dello Spumante, ma rallenta il Moscato

Moscato Serafino Piedmont Delights
Asti DOCG: cresce l’export dello Spumante, ma rallenta il Moscato. Aumentano le esportazioni in Russia e calano negli USA
Secondo i dati del Consorzio Asti DOCG sono quasi 103 milioni le bottiglie prodotte nel 2022; aumentano le esportazioni in Russia e calano negli Stati Uniti.
Nel panorama dell’export italiano, il settore vitivinicolo ricopre un ruolo chiave per l’economia dei territori. Tra i vini più esportati ci sono sicuramente gli spumanti, capaci di fare concorrenza al tanto rinomato Champagne francese. Il Piemonte vanta numerose tipologie di vino, tra questi l’Asti Spumante è il Moscato d’Asti DOCG.
Nel complesso le due denominazioni DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) hanno portato alla produzione di quasi 103 milioni di bottiglie nel 2022. Ma se da un lato si registra una crescita dell’Asti Spumante, di contro i numeri del Moscato d’Asti sono in leggero calo.
L’Asti Spumante registra ottimi numeri in relazione alle esportazioni, soprattutto per quanto riguarda il mercato russo, mentre il Moscato rallenta, subendo principalmente la flessione del mercato degli Stati Uniti.
I dati
Secondo i dati presentati del Consorzio Asti DOCG e relativi all’anno 2022, nel complesso si calcola una crescita dello 0,5% rispetto al 2021. I dati tengono conto del calcolo complessivo delle bottiglie di Asti Spumante e Moscato d’Asti; in totale si parla di 102,7 milioni di bottiglie. Numeri ancora più importanti se confrontati con i dati pre-pandemia del 2019 (84,5 milioni di bottiglie).
Osservando i dati separatamente, l’Asti Spumante ha fatto registrare una produzione di circa 67 milioni di bottiglie, con una crescita pari al +11% rispetto all’anno precedente. Numeri che determinano il miglior risultato dal 2013 ad oggi.
Si registra invece un calo del -14% per quanto riguarda il Moscato d’Asti, che nel 2022 ha visto la produzione di circa 36 milioni di bottiglie. Si tratta di numeri pur sempre superiori rispetto ai dati pre-covid che nel 2019 riportano una produzione di 33,3 milioni di bottiglie. Sul rallentamento del Moscato d’Asti, Lorenzo Barbero (presidente Consorzio Asti DOCG) ritiene si tratti di un calo fisiologico dovuto alla forte crescita nei due anni precedenti. Il moscato ha infatti registrato una produzione di 38,2 milioni di bottiglie nel 2020 e ben 42 milioni nel 2021.
Esportazioni
L’importante avanzata dell’Asti Spumante è dovuta soprattutto ai numeri dell’export, in particolare sul mercato russo. Nonostante la crisi ucraina, si registra una crescita delle esportazioni in Russia pari al 42% rispetto al 2021, con circa 18 milioni di bottiglie vendute.
Altresì in aumento le esportazioni nel Regno Unito, in Austria, in Ungheria e in Polonia.
Buone notizie anche dal mercato italiano, con 7,1 milioni di bottiglie di spumante vendute.
Nota negativa invece per l’export del Moscato d’Asti DOCG, il quale subisce soprattutto il calo del mercato USA, che fa registrare un calo complessivo del -16%.
Spumante e Moscato d’Asti DOCG
Le due denominazioni rappresentano una delle tante eccellenze enologiche piemontesi. Ad oggi sono quasi diecimila gli ettari coltivati a moscato bianco.
I due vini, pur essendo prodotti con la medesima uva, hanno caratteristiche differenti: l’Asti Spumante ha un grado di effervescenza maggiore, mentre il Moscato ha un grado zuccherino più alto che gli conferisce la dolcezza caratteristica.
Lo Spumante è prodotto in varianti più o meno secche e possiede una gradazione alcolica più alta rispetto al Moscato. Entrambi i vini hanno note fresche, floreali e fruttate; perfetti gli abbinamenti con i dessert. La temperatura si servizio consigliata è di 6-7°C per lo Spumante e di 10°C per il Moscato.
Il Consorzio Asti DOCG ha un ruolo di tutela e valorizzazione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, sia per quanto riguarda lo Spumante sia per il Moscato. Inoltre il Consorzio garantisce la qualità del ciclo produttivo e combatte le contraffazioni.