• 02/12/2023

From Print to AI

 From Print to AI

La rivoluzione creativa dell’Intelligenza Artificiale contro lo scenario Terminator

L’Intelligenza Artificiale non è nata oggi. Il termine AI, abbreviazione dall’inglese Artificial Intelligence, è stato coniato nel 1955 dall’informatico statunitense John McCarthy durante un seminario al Dartmouth College di Hanover, New Hampshire. Da allora, però, gli ambiti di applicazione e la diffusione sono notevolmente aumentati tanto da essere diventata, oggi, alla portata di tutti. E questa è la vera rivoluzione. Il tema è stato al centro del talk “From Print to AI” organizzato da ADCI – Art Directors Club Italiano e UNA nell’ambito dei Graphic Days alla Cavallerizza Reale di Torino.

In una manifestazione che mette in luce il potenziale dell’analogico e dell’offline, si è parlato del loro antagonista, l’Intelligenza Artificiale, per capire se davvero advertising e stampa siano superate e quali potrebbero essere gli scenari futuri. Alessandro Demicheli (Local Ambassador ADCI Piemonte), Michele Cornetto (Rappresentante Consulte Territoriali UNA), Giuliano Ambrosio (Innovation Director, Ribelli), Davide Boscacci (Chief Creative Officer, Accenture Song Italy), Francesca Corbia (Brand Strategist, TBWA), Francesco Martini (Executive Creative Director, Leo Burnett Italia), Guido Callegari (Digital Art Director Out Now /AICC Founder/Member), Francesco Guerrera (Chief Creative Officer, Different), Elisa Seitzinger (illustratrice e visual artist) sono tutti d’accordo nel ripudiare lo “scenario Terminator” teorizzato da filosofi come Nick Bostrom, imprenditori come Bill Gates e Elon Musk e dallo stesso fondatore di OpenAI, la startup che ha creato ChatGPT, secondo cui sviluppare l’Intelligenza Artificiale potrebbe mettere in pericolo l’esistenza stessa dell’uomo. «Siamo agli inizi – spiega Alessandro Demicheli – ma l’AI può fornire delle basi su cui lavorare, può aiutare a trovare nuovi stimoli, ma va educata e siamo noi a plasmarla». Conferma Michele Cornetto: «l’AI può essere considerata il next level del processo di digitalizzazione, ma deve essere utilizzata e sperimentata per capirne l’uso perché chiama in causa l’etica e il copyright delle immagini su cui occorre fare attenzione».

Siamo di fronte a una nuova rivoluzione creativa dove sarà il pensiero umano a fare la differenza. «Nel nostro settore l’AI è una rivoluzione – commenta Davide Boscacci – e come tutte le rivoluzioni sarà traumatica, non ci sono confini né perimetro: alcune professioni scompariranno, altre nasceranno. Noi dobbiamo metterci nella condizione di sovrastare il cambiamento e non subirlo». Siamo davanti a tanti interrogativi che suscitano «perplessità e timore per la mancanza di regolamentazione e per le professionalità a rischio», come suggerisce Francesco Martini, ma allo stesso tempo «siamo nel periodo più eccitante degli ultimi anni – aggiunge Giuliano Ambrosio – dove dobbiamo capire come imbrigliare questa tecnologia per cercare di utilizzarla in modo etico e responsabile». L’unico limite sembra essere l’uomo stesso, perché alla fine «sarà sempre l’intelligenza umana – afferma Francesca Corbia – a fare la differenza». Per Elisa Seitzinger «l’AI è virtuosissima nel fare stili tipo l’iperrealismo e il fantasy, fa però più fatica sul tratto, sulla linea, sull’imprecisione e l’arte è anche questo». Secondo Francesco Guerrera «c’è una parte imponderabile del nostro lavoro che nessuna intelligenza artificiale è in grado di garantire: l’errore. Non puoi chiedere a una macchina di sbagliare. Ma è dagli errori e dai confronti che nascono le grandi idee».

Piemonte Economy - From Print to AI

 

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Simona Savoldi

Giornalista e addetta stampa

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