Gruppo Marazzato, la sfida della mobilità sostenibile
Nuove forme di mobilità sostenibile, tra car pooling, innovazione e competenze. Il Gruppo Marazzato lancia la sfida
Nella definizione riportata nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile, la mobilità sostenibile ha l’obiettivo di garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzando al tempo stesso le ripercussioni negative sull’economia, sulla società e sull’ambiente.
Appare subito evidente che si tratta di un tema che ha che fare con la complessità, come ha evidenziato Roberta Lombardi, direttrice del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica, Università del Piemonte Orientale, in apertura del convegno “Verso una nuova mobilità sostenibile”, tenutosi lo scorso 21 settembre a Vercelli.
«Gestire la mobilità – afferma Lombardi – vuol dire governare qualcosa che ha a che fare con la libertà di circolazione delle persone, intercetta diversi diritti fondamentali, si intreccia con il governo del territorio, lo sviluppo urbano, la tutela dell’ambiente, ma impatta anche con la libera concorrenza. Si pensi al caso Uber, con la circolazione, i trasporti». Insomma: non cerchiamo soluzioni semplici, perché non ce ne sono.
Partendo da questa consapevolezza Gruppo Marazzato, Confindustria Novara Vercelli Valsesia e Comoli Ferrari hanno dato vita al convegno “Verso una nuova mobilità sostenibile”, dedicato alle nuove frontiere della mobilità, spaziando dallo sviluppo delle infrastrutture a iniziative mirate a ottimizzare lo spostamento casa-lavoro, come il car pooling.
Il convegno si è tenuto nella cornice dello showroom di Stroppiana, sede della Collezione di mezzi storici e della Fondazione Marazzato, nata proprio nel 2023 per riunire tutte le attività di CSR e di conservazione del patrimonio culturale portate avanti dall’azienda di Borgo Vercelli.
Una sfida lanciata dal Gruppo e rivolta non solo agli altri soggetti privati, ma anche alle istituzioni, agli enti di ricerca e ai giovani imprenditori, per mettere sul tavolo proposte concrete e incentivare il dialogo tra tutti gli attori coinvolti in questa tematica estremamente complessa e attuale.
«Negli ultimi anni, sentiamo particolarmente il tema della responsabilità sociale d’impresa e crediamo di dover contribuire sia allo sviluppo del nostro territorio, sia alla divulgazione delle tematiche ambientali – spiega Alberto Marazzato, General Manager del Gruppo –. La settimana europea della mobilità ci è sembrata un’occasione da non perdere per dare il nostro contributo affrontando quella che è la sfida del momento».
Infrastrutture, piani di mitigazione dell’impatto ambientale, soluzioni di mobilità alternativa, innovazione sono le tematiche al centro di diverse tavole rotonde, che hanno cercato di fornire dati e spunti per provare a disegnare una nuova mobilità sostenibile. In fondo, la sfida della mobilità incrocia la sfida delle transizioni ecologica e digitale.
«Parlare di mobilità vuol dire incrociare tre temi – spiega Stefano Corgnati, vicerettore del Politecnico di Torino –. Dobbiamo rivisitare i nostri comportamenti nel muoverci; bisogna rivisitare gli assetti urbanistici di una città e, infine, bisogna considerare gli assetti infrastrutturali. In questo senso, il grande tema è: siamo in grado di supportare la transizione verso l’elettrico con il sistema infrastrutturale esistente?».
Il ruolo del car pooling
Infrastrutture e mitigazione dell’impatto ambientale sono i due pilastri su cui costruire una mobilità sostenibile, tenendo conto delle specificità del territorio. Quelle del Piemonte non aiutano: il bacino padano è di per sé un’area molto inquinata ed essere circondati dalle Alpi rende più difficile quello che si potrebbe definire un “ricambio dell’aria”.
Si aggiunga che gran parte del nostro territorio è montano, con numerosi piccoli comuni, che necessitano di politiche di mobilità sostenibile molto diverse da quelle delle grandi aree urbane.
La sfida è collegare le aree urbane e le grandi dorsali con quelle montane e rurali: «Il problema è l’ultimo miglio – evidenzia Alberto Avetta, vicepresidente della Commissione Trasporti della Regione Piemonte –. E noi di ultimo miglio ne abbiamo tanti. Il car pooling è uno strumento che può aiutarci ad affrontare il problema».
Lo spiega anche Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli: «Abbiamo ottenuto un finanziamento dal Ministero, tramite la Regione, di quasi 600mila euro per immaginare un nuovo sistema di trasporto, ispirato al car pooling. L’idea è prevedere vicino alle pensiline del trasporto pubblico locale la presenza di mezzi elettrici a basso consumo, che possano essere utilizzati per brevi tragitti condivisi».
Per incentivare la crescita del car pooling negli spostamenti casa-lavoro, già nel 2018, Confindustria Novara Vercelli Valsesia aveva selezionato l’app JoJob per mettere il servizio a disposizione dei lavoratori di diverse aziende del territorio. Sulla direttrice tra Novara e Vercelli, sono state coinvolte nella prima fase di sperimentazione le aziende con il maggior numero di dipendenti, Marazzato, Comoli Ferrari e Sambonet.
«L’obiettivo è cercare di mettere assieme un elevato numero di utenti, in modo da offrire un numero sempre maggiore di tragitti coperti dal car pooling – spiega Ursula Maffioli, Sviluppo associativo e convenzioni CNVV –. E in questo modo contribuire a far crescere il progetto».
Innovazione, competenze e impegno individuale
Nel panel conclusivo della giornata “Innovazione nella mobilità: uno sguardo al futuro”, si è cercato di fornire soluzioni per vincere la sfida della sostenibilità. Si è parlato di droni per il trasporto delle persone, una realtà non poi così lontana, come ha spiegato Paolo Pari, presidente e direttore Generale di Digisky Srl; e di una moto nata dal silenzio e dal legno delle foreste, la Lignea, ideata da Diego Alfani. Alessia Ansaldi, team leader di H2politO del Politecnico di Torino, ha proposto alcune soluzioni per veicoli a basso consumo, mentre Elena Maria Rebesco di Eni Sustainable Mobility ha spiegato il ruolo del biocarburante HVO – soluzione già operativa – nel percorso di decarbonizzazione.
Ma, soprattutto, si è parlato dell’importanza delle competenze alla base di qualsiasi innovazione. «Per costruire le competenze necessarie a usare tecnologie smart e green in questo percorso di transizione, stiamo cercando di anticipare il momento della formazione mirata – spiega Benedetta Ragazzola, di Comoli Ferrari –. Abbiamo avviato un progetto con un ITS in Lombardia e speriamo a breve di poterlo replicare in Piemonte: si tratta di un corso post diploma di due anni, per formare nuove figure professionali, che al momento fatichiamo a trovare sul mercato».
Per immaginare e realizzare nuove forme di mobilità sostenibile si muovono le istituzioni e la politica, si muovono aziende e start up. Ma anche noi, nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, come sottolinea Roberto Cavallo, agronomo, divulgatore e saggista: «Ci sono degli spostamenti per necessità e quelli vanno soddisfatti, ce ne sono altri per desiderio e in quel caso dovremmo farci delle domande: perché vogliamo spostarci? Quanto tempo ci vogliamo mettere? Ci sono alternative? Dobbiamo iniziare a capire il nostro impatto nella quotidianità».
Foto © JBS Agency
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