IBM Italia processi di digitalizzazione fuori dagli schemi
Intervista del direttore di Italia Economy, Giuliano Bianucci, a Daniela Scaramuccia, responsabile Servizi di consulenza per il settore pubblico e sanità di IBM Italia
Qual è la vision IBM dell’innovazione? Uno sguardo sul futuro e su come vi preparate ad affrontarlo.
«Negli ultimi anni tutti noi abbiamo dovuto affrontare una serie di eventi dirompenti che ci hanno obbligati a ripensare modi di lavorare e vivere. Pensiamo a cambiamento climatico, inflazione, guerre, scarsità di materie prime, discontinuità delle supply chain, transizione energetica ed ecologica e rischi cyber.
In questo scenario, tecnologia e competenze si rivelano leve fondamentali per abilitare una trasformazione digitale che consenta di reagire velocemente a scenari inattesi e sia realmente a supporto della competitività delle nostre imprese e del nostro sistema Paese, garantendo produttività, innovazione e un futuro di crescita.
E su questo, come IBM, lavoriamo. Cerchiamo di trasformare continuamente noi stessi e il nostro modo di lavorare con l’obiettivo di essere più preparati a supportare le aziende e le amministrazioni, con cui quotidianamente collaboriamo, a superare le sfide che devono affrontare.
Ci siamo concentrati sulla capacità di integrare tecnologie e competenze. Le nostre attività sono costruite attorno alla centralità di cloud ibrido e intelligenza artificiale, e supportiamo aziende e istituzioni con consulenza, tecnologia e sviluppo di soluzioni personalizzate.
L’ultimo esempio è watsonx: la nuova piattaforma che consente di adottare e cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale generativa – alimentata dai diversi Large Language Model (LLM) o Foundation Model –, garantendo allo stesso tempo di comprendere e mitigare i possibili rischi, perseguire la trasparenza e la conformità normativa richiesta.
Anni di esperienza in grandi programmi di trasformazione IT in tutto il mondo hanno consentito a IBM di disegnare un nuovo approccio: IBM Garage, secondo gli analisti di Forrester, permette una velocità nel raggiungimento dei risultati maggiore del 67 per cento, un numero di progetti in produzione 6 volte superiore e un ROI pari al 102 per cento.
È un approccio iterativo che consente di generare idee innovative che rispondano ai bisogni reali degli utenti e fornisce le pratiche, le tecnologie e le competenze per trasformare rapidamente quelle idee in realtà. Guardando avanti, il Quantum Computing può garantire quel potenziale di innovazione digitale e potenza computazionale per affrontare problemi a oggi ancora irrisolti.
L’approccio che seguiamo è quello di lavorare in un ecosistema aperto, che vede la partecipazione di università, centri di ricerca, istituzioni e aziende, e che consenta anche alle piccole e medie imprese, spina dorsale del nostro Paese, di accedere alle tecnologie di frontiera.
Fare sistema è l’imperativo che i nuovi scenari impongono agli attori territoriali, su scala nazionale e regionale. Come si muove IBM per creare reti collaborative e nel rapporto pubblico/privato?
«IBM porta nel nostro Paese la solidità e la conoscenza acquisita dall’aver partecipato da protagonista alla trasformazione degli ultimi cento anni della nostra storia di innovazione a livello globale.
E, contemporaneamente, lavora in modo integrato e sinergico con l’ecosistema nazionale e territoriale. L’obiettivo è infatti coniugare questa solidità con le peculiarità e caratteristiche uniche del territorio stesso, andando a costruire un percorso di trasformazione e una proposizione che risponda alle reali necessità di aziende pubbliche e private, coinvolgendole nella realizzazione di progetti specifici.
Spesso collaboriamo, sempre in sinergia con l’ecosistema di riferimento, con start up e PMI innovative, per la loro capacità di cambiamento e di interpretazione di bisogni di determinate realtà. In particolare, collaborando con loro, possiamo offrire alle amministrazioni italiane sia centrali che locali un nuovo modo “fuori dagli schemi” di concepire il processo di digitalizzazione.
Un approccio che può capitalizzare e replicare best practice internazionali, contestualizzandole a realtà nazionali o addirittura strettamente locali arrivando così a fornire un vantaggio esperienziale enorme».
Il capitale umano è al centro delle potenzialità di sviluppo di imprese innovative. Il divario domanda/offerta sembra incolmabile. Avete politiche volte a ridurre il mismatch?
«Le competenze sono un elemento chiave per guidare e realizzare nei fatti la transizione. “Oggi abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire”, ha dichiarato il ministro del Lavoro Marina Calderone. Un paradosso visto che abbiamo più di due milioni di disoccupati, con un tasso di disoccupazione giovanile record al 24 per cento, oltre cinque milioni di giovani Neet, un tasso di occupazione femminile ben 13 punti sotto la media Ue.
C’è quindi un disallineamento tra percorsi formativi e modo del lavoro che dovrebbe maggiormente preoccuparci. Un gap che può essere colmato solo da un rinnovato impegno sinergico tra pubblico e privati. Con un grande impegno da parte delle imprese a formare capitale umano. Come IBM ci impegniamo a fornire formazione professionale, opportunità di apprendimento e crescita professionale.
A tal proposito, IBM ha presentato nel 2020 un piano globale per fornire entro il 2030 le nuove competenze necessarie per il lavoro del futuro a 30 milioni di persone. Un obiettivo che può essere raggiunto solo in collaborazione e con il coinvolgimento di realtà accademiche e industriali in tutto il mondo.
Per sostenere questo obiettivo abbiamo messo a disposizione un programma di formazione gratuito, nominato SkillsBuild , che è presente in 160 Paesi e offre oltre mille corsi gratuiti in 19 lingue, italiano incluso, in discipline tecniche come la cybersecurity, l’IA, l’informatica quantistica o l’analisi dei dati, oltre a competenze soft.
I partecipanti possono ottenere credenziali digitali per certificare le proprie competenze e una rete globale di 90 partner no profit promuove il collegamento tra gli studenti e le opportunità di lavoro locali. SkillsBuild fornisce programmi di formazione anche agli educatori.
Nei fatti, possiamo dire che la tecnologia è già presente e si innova continuamente; è necessario un “salto” di pensiero, nella consapevolezza che tutto può essere fatto in collaborazione, all’interno di un ecosistema nel quale il Pubblico deve fornire le linee guida».