La conquista dello spazio di Astrospace
Con 300mila lettori al mese, Astrospace sta conquistando il mondo editoriale. Ma come si fa, parlando di spazio, a raccogliere tanto successo? Lo abbiamo chiesto al fondatore Stefano Piccin
Più di un magazine online, Astrospace è una start up innovativa nel settore editoriale che fa divulgazione attraverso un sito internet, i social media, la diffusione di una newsletter dedicata alla Space Economy e la produzione di una collana di volumi tematici.
Stefano Piccin, Astrospace racconta l’astronautica, l’esplorazione spaziale e l’astrofisica in maniera competente e precisa. Come siete riusciti, parlando di spazio, a farvi spazio nel mondo editoriale?
«Il nostro spazio lo stiamo ancora creando. È difficile, ma abbiamo adottato una strategia che ha funzionato per molti anni nel settore della comunicazione e funziona ancora oggi: andare, cioè, a coprire una nicchia. Noi, in particolare, abbiamo scelto una nicchia, quella dello spazio, che paradossalmente diventa ogni giorno sempre più grande e coinvolgente.
Parliamo di spazio non solo in termini di tecnologia, economia o scienza, non quindi in modo settoriale, ma come un ambiente e questa visione, che porto avanti da circa tre anni, ogni giorno coinvolge e convince sempre più persone».
L’uomo è sempre stato spinto dal desiderio di esplorare l’ignoto e scoprire nuovi mondi. Perché è necessario esplorare lo spazio?
«Sono tante le risposte valide. Attualmente lo spazio fornisce un ritorno economico sull’investimento di oltre 3 volte e le sue applicazioni pratiche le utilizziamo nella vita quotidiana, in media, dieci volte al giorno. Tuttavia, credo che la risposta più sensata e migliore sia ancora di natura filosofica. Dobbiamo esplorare lo spazio come esseri umani perché rappresenta l’ultima frontiera. L’esplorazione, la meraviglia, la ricerca dell’ignoto sono aspetti fondamentali della natura umana e lo spazio offre un contesto unico per coltivarli».
Nella prima corsa allo spazio è stata “conquistata” la luna. Oggi siamo all’alba della seconda corsa allo spazio. Cosa dobbiamo aspettarci?
«La luna sarà ancora un elemento centrale per il futuro dell’esplorazione spaziale. Si tornerà, infatti, sull’unico satellite della Terra, ma l’obiettivo questa volta non sarà esplorarlo, ma rimanerci per costruire una sostenibilità. E proprio la sostenibilità, sia economica sia ambientale, è oggi cruciale e rappresenta una sfida quotidiana.
L’esplorazione spaziale non solo offre opportunità economiche – basti pensare che vent’anni fa fare business nello spazio era estremamente difficile, mentre oggi è un settore che sta crescendo – ma può anche diventare una risorsa chiave nel nostro impegno per affrontare le sfide ambientali».
Dalla “Old” Space Economy siamo passati negli anni Duemila alla “New” Space Economy. Nel 2021, secondo l’Euroconsult report, il settore è arrivato a valere 370 miliardi di dollari e si stima che entro il 2030 raggiungerà una crescita del +74 per cento pari a 642 miliardi di dollari. Cos’è la Space Economy?
«La Space Economy si divide un due macrosettori: uno è l’upstream, che riguarda le attività per andare nello spazio, e l’altro è il downstream, che riguarda l’utilizzo dei dati provenienti dallo spazio. Considerando, quindi, la vastità delle attività coinvolte, il concetto di Space Economy è ampio e generico e sta diventando un settore sempre più interconnesso, in cui le attività spaziali possono avere un impatto diretto su molteplici settori, non solo quelli strettamente legati all’esplorazione spaziale».
L’Italia ha una tradizione di eccellenza nel settore dell’aerospazio e vanta una filiera completa. Perché, nonostante sia in prima linea, la sua partecipazione nella corsa allo spazio viene sottovalutata?
«Uno dei motivi potrebbe essere la scarsa conoscenza delle imprese e delle attività italiane nello spazio dovuta a una mancanza di comunicazione efficace, a una visibilità limitata delle imprese coinvolte o, ancora, a una generale mancanza di consapevolezza riguardo alle eccellenze italiane nello spazio.
Questo è un elemento cruciale per noi ed è una delle missioni che ci impegniamo a perseguire: riteniamo che la percezione dello spazio italiano debba essere migliorata, poiché l’Italia è stata e continua a essere un’eccellenza nel settore. È fondamentale però affrontare le sfide e mantenere questa eccellenza che ci ha contraddistinto storicamente, solo così possiamo continuare a essere un attore di rilievo in questo settore in rapida evoluzione».
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