Le bollicine monferrine: essenzialità, ordine e paesaggio per un’eno-accoglienza di successo
Le bollicine monferrine e l’autosufficienza energetica solare: il vino tra innovazione e sostenibilità nella cittadina più piccola d’Italia
Essenzialità, ordine e paesaggio: il compendio per un’eno-accoglienza di successo.
Oltre un secolo di storia alle spalle e un presente speso tra innovazione e sostenibilità caratterizzano l’Azienda Vitivinicola Roberto Cabiale di Moncalvo, in un contesto paesaggistico carico di suggestione e di storia.
Pochi, essenziali e presi in prestito dalla natura i punti di forza che compendiano il successo della produzione enoica, e della ricettività enoturistica di nuova generazione, guidata dallo stesso Roberto, già presidente e vice presidente rispettivamente della Federazione Coldiretti Provinciale e Regionale.
Nel Monferrato aleramico, poco fuori dal nucleo medievale di quella che è tra le più piccole cittadine d’Italia, Roberto ha infatti rilanciato la tradizione contadina reinventandosi, con un occhio rivolto al passato e uno al futuro.
Nei 22 ettari di terra, di cui 21 coltivati a vigneto, Roberto ha scelto di investire anche sulle “bollicine” monferrine, oltre che sulla Barbera d’Asti docg e docg Superiore, principale cavallo di battaglia dell’astigiano.
“Partendo da uve di Chardonnay e Pinot – spiega Roberto, – abbiamo scelto di esprimere il Monferrato sia attraverso il Metodo Classico sia il Metodo Martinotti (Federico Martinotti, monferrino doc, aveva inventato la fermentazione in autoclave nel 1895, ben 15 anni prima che arrivasse il Metodo Charmat). Una decisione presa, qualche anno fa, un po’ per gioco e un po’ per intuizione, rispetto alla quale, ora, stiamo assaporando le prime soddisfazioni, avvalorate anche dal consenso dei winelovers che vengono a visitarci. I gusti sono sempre molto soggettivi, ma ai vini maggiormente strutturati avevamo bisogno di affiancare un’offerta più giovane così come lo è, tra gli altri, lo spumante”.
Alle visite guidate con degustazioni, Roberto ha recentemente affiancato anche l’accoglienza aprendo il B&B La Bella Vite. “Gli enoturisti amano perdersi nel tempo lento e nel variegato paesaggio tipico del Monferrato; per questo, abbiamo pensato di ricreare un contesto armonioso in cui soggiornare e godere appieno dello style life monferrino. Soluzioni che piacciono molto agli stranieri, in particolar modo, a quelli che giungono dai Paesi nordici che, nei mesi estivi, rappresentano ben il 98% dei nostri visitatori/ospiti”.
Ma per essere appetibili al turismo di nuova generazione e, soprattutto, quello nordico, anche, le scelte ecosostenibili fanno la differenza. “Vista la bella posizione assolata della cascina, lo scorso anno abbiamo investito nei pannelli solari grazie ai quali abbiamo raggiunto l’autosufficienza energetica per la cantina, per il B&B e anche per la parte civile”.
Insomma, anche quando i tempi sono meno favorevoli, sapersi reinventare, rispettosi dell’ambiente e forti di un paesaggio che, già di per sé, è una grande risorsa, per Roberto è stata chiave di volta per lavorare con soddisfazione.
Da: Coldiretti Asti
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