Le nocciole del cuneese
Si auspica un’alta remunerazione delle nocciole piemontesi e cuneesi, simbolo di qualità ed eccellenza del territorio
Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire sulle nocciole del Piemonte. Questo è il risultato dell’ultimo monitoraggio sulle campagne italiane, sempre più assediate dalle anomalie climatiche. Si stima, infatti, un calo della produzione a causa del maltempo, che ha provocato la caduta anticipata dei frutti.
Il comparto corilicolo piemontese conta 2.000 aziende con 27.000 ettari di superficie coltivata per una produzione totale di circa 200.000 quintali e quasi 80 milioni di euro di fatturato. La Provincia di Cuneo è particolarmente vocata alla produzione di nocciole tanto che sono ben 1.300 le aziende cuneesi a coltivarle su una superficie di 13.000 ettari, per una produzione totale media di 140.000 quintali.
Alla luce delle previsioni che evidenziano una produzione minore per quest’anno, auspichiamo un’alta remunerazione delle nocciole del Piemonte, affinché si possa valorizzare uno dei simboli di qualità e dell’eccellenza del territorio. Ricordiamo, purtroppo, che proprio la nocciola, ingrediente principe di svariate preparazioni dolciarie, è spesso coltivata all’estero in condizioni lavorative di sfruttamento come abbiamo evidenziato con il documentario, girato in Turchia, “Né Tonda né Gentile” del giornalista Stefano Rogliatti.
Sicuramente la valorizzazione delle nocciole del Piemonte passa attraverso importanti accordi di filiera sul territorio, come quello siglato con il gruppo dolciario Novi Elah Dufour. Un progetto di filiera che consente di valorizzare tutta la produzione corilicola piemontese e cuneese, offrendo una prospettiva di medio periodo agli imprenditori agricoli.
Un accordo quadro che sancisce l’unione con l’agroindustria virtuosa, quella che vuole investire sul territorio e vuole consolidarne il legame. Un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi col loro lavoro a preservare i territori.