Packaging piemontese leader nel settore
Il packaging piemontese protagonista di un settore leader a livello nazionale e internazionale segna un nuovo traguardo
Il settore delle macchine per il packaging segna un nuovo traguardo storico: nel 2022 infatti, il comparto ha registrato un fatturato totale pari a 8 miliardi e 537 milioni di euro, migliorando del 3,6% il precedente record del 2021. Se si considera il periodo 2019-2022, il giro d’affari del settore è cresciuto di circa mezzo miliardo in appena 4 anni: un trend maturato nonostante sia intervenuta una pandemia, con le relative conseguenze negative su scala mondiale. 616 le aziende italiane su tutto il territorio che contano oltre 37mila addetti.
La spiccata vocazione all’export dei produttori italiani di tecnologie e soluzioni per il packaging si conferma anche nel 2022, con il fatturato estero che incide per il 77% su quello totale, per una cifra pari a 6,57 miliardi (+1,7% sul 2021).
Il mercato interno segna una notevole crescita, pari al +10,6% rispetto al 2021 che traina i costruttori italiani fino a sfiorare i 2 miliardi tra le mura domestiche: 1,96 miliardi il consuntivo finale, con una percentuale sul fatturato totale pari al 23%.
Nel costante percorso di innovazione che caratterizza il comparto, si è aggiunta da anni, la necessità di rispondere alla sempre più forte spinta verso la sostenibilità, dove materiali innovativi, ecologici, riciclabili e bio-compostabili, sono al centro di una vera e propria rivoluzione del settore, in cui il Piemonte gioca un ruolo da protagonista.
Complessivamente in rapporto ai dati nazionali di settore, il Piemonte vede attive sul proprio territorio l’10.9% sul totale nazionale, che producono il 5,7% del fatturato e occupano l’8% degli addetti italiani. Sono infatti piemontesi alcuni dei più importanti player del mercato del packaging.
Al primo posto come provincia più produttiva nel settore packaging c’è Asti, con 182 milioni di fatturato grazie al lavoro di 25 aziende e dei loro oltre 1300 addetti, seguita da Cuneo dove 10 aziende impiegano oltre 661 dipendenti, per un fatturato complessivo di 128 milioni di euro, seguita da Novara, con 4 aziende che impiegano 528 persone per oltre 105 milioni di giro d’affari.
“Se ci si guarda indietro, abbiamo davvero fatto qualcosa di straordinario – dichiara il Presidente di Ucima Riccardo Cavanna, Chairman and Lead Strategist della Cavanna Spa di Novara -. Il 2022 ha vissuto di alti e bassi e di forti tensioni internazionali, dalla supply chain all’incremento dei costi al conflitto in Ucraina, ma siamo ugualmente riusciti a crescere sfondando per la prima volta il tetto degli 8 miliardi e mezzo.
È segno di una indubbia posizione di riferimento che i mercati esteri ci continuano ad accreditare ed è l’ennesima prova dell’ottima capacità di reazione delle nostre aziende, che per inventiva e ingegno in situazioni di stress non sono seconde a nessuno. Questo consuntivo è un risultato di cui andiamo orgogliosi e che speriamo di mantenere in questo 2023, ma non sarà affatto facile.
Per la seconda parte dell’anno, infatti, gli indicatori a nostra disposizione delineano un rallentamento della domanda globale. Inoltre – conclude Cavanna –, ciò che desta preoccupazione per il futuro prossimo deriva da alcuni freni agli investimenti: il nuovo regolamento europeo degli imballaggi (che non ci convince) e il suo iter di approvazione, l’aumento dei tassi di interesse, l’incertezza che ancora insiste in alcune aree del mondo e la mancanza di nuove politiche di 4.0. Sono tutte minacce alla nostra posizione di leadership, minacce che non potremo disinnescare da soli”.