Previsioni occupazionali del Piemonte
Previsioni occupazionali: 29.610 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi per novembre. In crescita le entrate sia dei servizi che dell’industria
Sono circa 29.610 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per novembre 2023, valore che sale a 92.950 se si considera l’intero trimestre novembre 2023-gennaio 2024. Il trend appare positivo sia a livello mensile (+1.960 entrate rispetto a novembre 2022, per una variazione tendenziale del +7,1%), sia su base trimestrale (+2.560 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), in analogia rispetto a quanto avviene a livello complessivo nazionale (+12,6% su novembre 2022 e +8,4% rispetto a novembre 2022 -gennaio 2023).
Le entrate ipotizzate in Piemonte a novembre 2023 rappresentano il 21,7% delle 136.200 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 6,9% del totale di quelle nazionali (431mila circa).
Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 25 settembre – 10 ottobre 2023.
Il 76,2% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 18,1% lavoratori somministrati, il 2,0% collaboratori e il 3,7% altri lavoratori non alle dipendenze.
La domanda di lavoro a novembre 2023 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 59% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 29% dei casi. L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota del 4% del totale complessivo regionale.
Delle 29.610 entrate previste in Piemonte nel mese di novembre 2023 il 16% è costituito da laureati, il 31% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 34% (in forte aumento rispetto al mese precedente) e il 19%(in netto calo).
Considerando i dati del trimestre novembre 2023 – gennaio 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 60.890 entrate, il 65,5% del totale (1.310 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 32.060 entrate, generando il 34,5% della domanda totale e segnando un aumento di circa 1.250 unità rispetto al periodo novembre 2022 – gennaio 2023.
Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 92.950 entrate previste nel trimestre novembre 2023 – gennaio 2024 è quello del commercio, con 12.640 ingressi (13,6% del totale), seguiti dai servizi alle persone, con 11.840 entrate e una quota del 12,7% del totale e dai servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 10.750 assunzioni (l’11,6%).
All’interno del comparto industriale si distinguono le industrie meccaniche ed elettroniche con 7.810 entrate previste nel periodo in esame e il settore edile con 7.350 assunzioni nel trimestre e una quota del 7,9% del totale.
Il 26% delle entrate previste a novembre 2023 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 21% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 29% delle entrate (dato in calo rispetto al mese precedente) e solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 15% delle assunzioni del mese.
Più di un’assunzione su tre (35,6%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 21% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.
Per il 59,3% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 23,5% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 12,8% coordinerà altre persone.
Il 41% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 19% nelle aree commerciali e della vendita, il 17% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 13% circa delle assunzioni programmate per il mese di novembre 2023, l’area amministrativa e quella direzionale entrambe genereranno il 5%.
Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che, a novembre 2023, riguarda circa il 50,1% delle assunzioni. La difficoltà di reperimento è in diminuzione rispetto al mese precedente (52,3%), ma in aumento di 3,6 punti percentuale rispetto a un anno fa (46,5%). Ancora una volta, il dato piemontese risulta più elevato rispetto a quello medio nazionale (48,5%). Le difficoltà sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (33,6%, in calo rispetto a ottobre 2023), cui segue l’inadeguata preparazione dei candidati (12,2%, in aumento, invece, rispetto al mese precedente).
Nel dettaglio delle singole professioni, si segnalano criticità particolarmente elevate nell’individuazione di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili, che risultano di difficile reperimento nell’84,4% dei casi (per circa 850 figure richieste), di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (83,6%, circa 390 figure richieste), Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (83,1%), Fabbri ferrai costruttori di utensili (77,6%), Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (74,3%) e Specialisti nelle scienze della vita, con una difficoltà di reperimento del 73,6%.
Per quanto riguarda i titoli di studio, a livello universitario le criticità maggiori si segnalano nel reperimento di laureati nell’indirizzo sanitario e paramedico (77,0% di difficile reperimento) e in quello delle scienze matematiche, fisiche ed informatiche (75,2%). Difficoltà più elevate rispetto alla media si riscontrano anche per l’indirizzo chimico-farmaceutico (70,4%).
Le imprese lamentano difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 75,8%) e, a livello secondario, per gli indirizzi costruzioni, ambiente e territorio (75,0%) e meccanica, meccatronica ed energia (73,4%).
Per quanto riguarda la qualifica di formazione o diploma professionale, le problematiche maggiori si riscontrano per l’indirizzo elettrico (77,2%) e per quello tessile e abbigliamento (70,3%).