Settore industriale tunisino a Torino
Il settore industriale tunisino si presenta a Torino. A novembre missione imprenditoriale per le aziende piemontesi
Nel 2024 l’Italia è al secondo posto per investimenti nel Paese nordafricano; il settore Ict e tecnologico quelli dove la crescita è stata maggiore negli ultimi 10 anni.
In questa fase geopolitica complessa la Tunisia è una piattaforma produttiva naturale
Sono 990 le imprese italiane presenti in Tunisia, con oltre 83mila addetti diretti e un fatturato di 1,1 miliardi di euro. Partendo da questi numeri, il Paese nordafricano è stato protagonista dell’incontro ‘Tunisia: una porta sull’Africa’ organizzato dall’Unione Industriali Torino, dalla Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con l’Ambasciata di Tunisia a Roma e Fipa Invest in Tunisia, cui hanno partecipato i rappresentanti di oltre 120 imprese piemontesi e l’assessore regionale alle Finanze e Internazionalizzazione, Andrea Tronzano.
“Questo incontro rappresenta un momento importante per consolidare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi, e il primo passo in questa direzione sarà la missione imprenditoriale prevista per novembre, durante la quale avranno luogo incontri B2B con aziende e istituzioni tunisine” ha spiegato Giorgia Garola, vicepresidente con delega all’internazionalizzazione dell’Unione Industriali Torino, aprendo i lavori.
“La Tunisia è una piattaforma produttiva naturale per nostre le imprese impegnate a diversificare le proprie attività e a penetrare nuovi mercati nel Maghreb, nell’Africa subsahariana e nel Golfo. Queste sono caratteristiche ancora più importanti oggi, in un momento geopolitico che presenta criticità in molte aree del mondo” ha aggiunto.
“Insieme possiamo costruire un futuro di prosperità condivisa basato sui valori comuni di cooperazione, innovazione e sviluppo sostenibile” ha spiegato l’ambasciatore tunisino in Italia, Mourad Bourehla, rimarcando come il suo Paese rappresenti “una porta di accesso privilegiata” verso l’Africa subsahariana. “L’Italia è sempre stata un partner strategico sostenendo il Paese nel suo percorso di transizione democratica, e questo sostegno è stato manifestato con incontri bilaterali tra leader e ministri” ha aggiunto, sottolineando come “il commercio bilaterale è cresciuto significativamente negli ultimi anni, fino a due miliardi di euro.
L’Italia è uno di principali fornitori di beni alla Tunisia nell’industria meccanica chimica mentre importa beni di consumo, tessili e manifatturieri“. Questo perché, ha sottolineato l’ambasciatore Bouhrela, la Tunisia “ha avviato importanti riforme per semplificare le procedure commerciali e favorire la creazione di imprese”.
In Tunisia solo nel 2023 l’Italia è stata protagonista di 164 progetti di investimento che hanno creato 3074 posti di lavoro, e nel primo semestre 2024 il nostro Paese è stato il secondo investitore dopo la Francia, secondo i dati diffusi da Fipa Invest in Tunisia.
La presenza di imprese italiana avviene in una chiave sempre più ‘local to local’, vista l’alta specializzazione tecnologica verso cui la Tunisia si sta indirizzando, con oltre 2.200 imprese del settore, che crescono dell’8% annuo, e che pongono Tunisi al primo posto tra i Paesi del Nord Africa per le ricerche scientifiche e tecniche, e tredicesima su scala mondiale (Indice Mondiale dell’Innovazione 2020). In questo quadro il 18% dei 65mila diplomati annuali provengono dalla filiera dell’ICT, anche grazie ai mille Centri di Formazione Professionale presenti nel Paese. A tutto ciò si aggiungono: 10 tecnopoli, 19 cyber parchi, 1.500 zone industriali sviluppate, 10 cluster di competitività e nove aeroporti.
Nel settore automotive sono 280 le imprese presenti, di cui il 65% opera esclusivamente sui mercati internazionali, con la Germania come destinazione per il 37% delle esportazioni totali, seguita da Francia (21%), Romania (12%) e Italia (11%), per un totale di 90mila addetti, più che raddoppiati dal 2010. Sono invece 17mila gli addetti del settore aeronautico, che cresce a un ritmo dell’8% annuo. Tessile, farmaceutico, energia rinnovabile e agroalimentare gli altri settori dove sono presenti le imprese italiane.
Ad attrarre le nostre imprese contribuiscono la semplicità nelle procedure d’insediamento, la protezione della proprietà intellettuale, procedure doganali semplificate, deduzione dei redditi o benefici provenienti dall’attività, possibilità di presa in carico delle spese d’infrastrutture nel settore dell’industria limitate al 10% del costo del progetto.
A supporto delle imprese italiane interessate ad insediarsi in Tunisia c’è anche una nuova misura di Simest per l’Africa con una riserva di 200 milioni con un tasso dello 0,5% a sei anni, sia per la formazione professionale che per l’acquisto/leasing finanziario di macchinari, apparecchiature ad uso produttivo, impianti e beni strumentali, hardware e software, incluso il potenziamento o riconversione di tecnologie esistenti.