Transizione energetica: ESC di Coesa
Transizione energetica: occorre accelerare partendo da nuove norme. Coesa organizza il primo ESC aprendo il confronto tra politica e imprese
Se l’Italia sfruttasse gli oltre 300 kmq di coperture su stabilimenti e capannoni industriali per installare impianti fotovoltaici libererebbe un potenziale di investimento tra i 30 e i 36 miliardi di euro. Quanto basta per aggiungere altri 30 GW alla produzione di energia elettrica nazionale da fonti rinnovabili e coprire così il 60% del target totale di 50 GW, secondo la traiettoria tracciata dal pacchetto Fit-for-55, elaborato dalla Commissione Europea per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell’UE del 55% entro il 2030.
Sono alcuni tra i dati che emergono dall’evento ESC – The Next Energy, promosso da COESA, che oggi Lunedì 26 Febbraio al Palazzo della Luce di Torino ha messo intorno a un tavolo rappresentanti della politica e dell’industria per una riflessione sulla transizione energetica in Italia.
Un quadro che – come capita spesso quando si parla del nostro Paese – è fatto di luci e ombre: solo nel 2023 in Europa sono stati installati 56 GW di impianti fotovoltaici, 4,9 GW quelli attivati nel Bel Paese, terzo dopo Germania e Spagna. Ma il potenziale dell’energia verde in Italia è di gran lunga superiore, visto che secondo i dati Terna al 1 gennaio 2023 erano ben 311 i GW in attesa di approvazione, pari a 4.401 richieste di connessione alla rete elettrica da parte delle aziende. Oltre 1.300 i progetti in attesa di valutazione (fonte: report Legambiente 2023, basato sui dati del MASE).
“Le imprese hanno dimostrato, numeri alla mano, di essere pronte alla sfida della transizione energetica, ma è importante parlare in termini di infrastrutture e non solo di prodotti o materie prime” sottolinea Federico Sandrone, Amministratore delegato COESA nonché coordinatore della filiera Energy and Sustainable Mobility dell’Unione Industriali Torino. “È prioritario cambiare l’ottica con cui vengono pensati i meccanismi di incentivazione, ragionando su uno scenario europeo ma soprattutto spostando il peso dal consumo alla produzione, con l’obiettivo di sviluppare nuove filiere.
Non possiamo considerare solamente i costi di produzione dell’energia ma decidere in ottica strategica quanto siamo disposti a spendere per spostare nel nostro continente almeno una parte della catena produttiva delle rinnovabili. Non dobbiamo commettere l’errore fatto nel decennio scorso, quando la soppressione improvvisa del conto energia soffocò sul nascere l’industria italiana del fotovoltaico”.
A livello globale gli investimenti nella transizione energetica a basse emissioni di carbonio sono cresciuti del 17% nel 2023, raggiungendo un nuovo record di 1.770 miliardi di dollari, come ha ricordato Alberto Lazzaro, Chief Investment Officer COESA. I dati raccontano anche il ruolo chiave che le nuove energie green possono svolgere per supportare il rilancio di storici distretti industriali italiani.
Una sfida che Torino ha ben presente in vista del 2035, quando in Europa entreremo in una nuova fase rispetto all’alimentazione dei motori termici in ambito automotive. Ad approfondire le potenzialità dei biofuel è stato David Chiaramonti, Vice Rettore per l’internazionalizzazione del Politecnico di Torino.
In una nota inviata in mattinata, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha voluto sottolineare l’apprezzamento per l’iniziativa e l’importanza di “indicare percorsi realistici per il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi, che richiede un grande cambiamento nella struttura dell’economia globale, dei mercati finanziari e degli investimenti. Per questo siamo consapevoli di quanto sia importante considerare fondamentale ogni interlocutore che lavora in questo comparto con modalità innovative e che tiene conto delle imprese coinvolte nella filiera”.
Tra gli interventi intorno agli aspetti più urgenti e controversi sull’utilizzo dell’idrogeno quello di Davide Damosso, Direttore operativo di Environment Park Torino, che ha sottolineando le grandi potenziali di questo vettore energetico sia nel settore dei trasporti che nei comparti industriali energivori, dove l’elettrificazione fatica a sostituire le fonti fossili.
Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, ha messo il dito nella piaga della burocrazia e “dell’oggettiva incapacità degli uffici preposti a fronteggiare l’enorme massa di richieste, sbrigando le procedure in tempi brevi, soprattutto a livello locale. Ricordiamo poi che la cosiddetta Autorizzazione Unica per i grandi impianti rinnovabili è composta in realtà da 40 diverse autorizzazioni. È più che mai urgente, snellire le procedure, mantenere la tutela e il rispetto dei territori ma centralizzare a livello nazionale, quando possibile, le procedure più complesse”.
Al tavolo tecnico erano presenti inoltre: Stefano Buono (Newcleo), che ha esortato a mantenere sul nucleare un atteggiamento pragmatico e privo di pregiudizi; il Ceo di E.ON Italia Luca Conti, critico sull’abolizione dello sconto in fattura connesso agli interventi di efficientamento energetico e Barbara Conti, Energy Manager Lavazza, che ha portato il punto di vista concreto delle aziende sulla transizione energetica e sull’urgenza di costruire nuove infrastrutture basate sulle rinnovabili.
A salutare l’incontro l’Assessora alle Politiche per l’Ambiente e per l’Energia del Comune di Torino Chiara Foglietta e la Senatrice Silvia Fregolent di Italia Viva. In collegamento da Bruxelles anche l’Eurodeputato del Partito Democratico Brando Benifei.
ESC – The Next Energy – Partecipanti e dati di scenario
COESA
Fondata a Torino nel 2012, Coesa è una ESCo (Energy Service Company) che semplifica la transizione ecologica di imprese, pubblica amministrazione e famiglie.
L’azienda opera come General Contractor per l’efficientamento energetico, con una gamma di servizi che vanno dall’audit energetico alle pratiche per ottenere fondi e incentivi fiscali. Gli esperti Coesa – oggi una quarantina, con una capillare rete commerciale in tutta Italia – accompagnano energy manager e amministratori anche nell’individuazione di incentivi fiscali, ecobonus, Conto Termico e progetti europei particolarmente vantaggiosi. Se il fotovoltaico industriale rappresenta la principale specializzazione Coesa, comunità energetiche, agrivoltaico e impianti galleggianti sono allo studio come progetti speciali.