Progetto Envelope: il 5G alla guida
Teoresi Group è tra i partner del progetto europeo Envelope, che si propone di espandere lo standard 5G applicato alla mobilità urbana
Le automobili sono destinate ad assomigliare sempre più a degli smartphone: saranno le app e i software a definire la mobilità del futuro. Un futuro che non sembra così lontano, già il presente guarda ai veicoli software-defined: mezzi di trasporto che dipendono ancora dalla guida umana, ma da macchine diventano piattaforme multimediali, in grado di moltiplicare i servizi e le funzionalità accessibili nell’abitacolo, trasformando completamente l’esperienza di guida.
È questa la visione di Teoresi Group, società internazionale di ingegneria specializzata in tecnologie d’avanguardia, tra cui la smart mobility. Sul tema, Teoresi è impegnata in prima persona nel progetto europeo Envelope, che si propone di espandere lo standard 5G applicato al settore della mobilità urbana, con un focus specifico su guida cooperativa autonoma e connessa.
Con Marco Bazzani, Innovation Manager del Gruppo, facciamo il punto sulla sperimentazione in atto.
Come precede la partecipazione di Teoresi al progetto Envelope?
“Siamo uno dei 23 partner del progetto, a livello italiano abbiamo la gestione della sperimentazione “pilot sites”, luoghi fisici dove fare sperimentazione concreta. L’obiettivo è testare la tecnologia 5G per supportare l’automobile autonoma e connessa e trasmettere in tempo reale le informazioni raccolte dai sensori di bordo.
Si tratta di radar, telecamere, ultrasuoni che producono dati gestiti dal computer a bordo dell’auto e aiutano a creare immagini dell’ambiente circostante, definire le strategie per la sicurezza e individuare il percorso migliore. La tecnologia 5G permette di trasferire le informazioni in caso di evento accidentale (un incidente) e permette di ricostruirne la dinamica.
Come Teoresi mettiamo a disposizione due prototipi di auto basati sul modello commerciale Xev YoYo, dotati di computer di bordo capaci di incorporare i dati provenienti dai diversi sensori, per ricostruire fedelmente l’ambiente e permettere ai veicoli di muoversi autonomamente nello spazio”.
Quali sono i tempi della sperimentazione: quando vedremo circolare a Torino le prime automobili a guida autonoma?
“In un primo momento le automobili circoleranno in spazi urbani dedicati e questo accadrà tra fine 2024 e inizio 2025. Questo ci permetterà di raccogliere dati e informazioni per adattare e migliorare le tecnologie sviluppate. IL progetto triennale prosegue fino al 2026, quando avremo la sperimentazione vera e propria nei pilot sites”.
Ampliando lo sguardo ai progetti di Teoresi nell’ambito automotive, quali sono le principali direttrici?
“Ci occupiamo principalmente della sperimentazione di guida autonoma e connessa. Poniamo grande attenzione sul guidatore, attraverso una serie di tecnologie all’interno dell’abitacolo che permettono di monitorare lo stato di attenzione del conducente. L’obiettivo è arrivare al 2050 con zero morti sulle strade, grazie al supporto della tecnologia.
Per raggiungere questo obiettivo, le automobili sono sempre più computerizzate, già oggi abbiamo tra le 30 e 40 centraline sulle automobili, che diventano sempre più complesse. Ormai, circa il 50 per cento del costo di un’automobile è legato alla componente elettronica. Basta un dato per rendere chiaro il concetto: su ogni veicolo sono presenti oggi circa 100 milioni di righe di codice, su un aereo o un caccia ce ne sono tra i cinque e i sei milioni”.
In quest’ottica parlate di smartphone con le ruore?
“L’auto sarà sempre più un hardware performante, con la possibilità di implementare nuovi servizi. Esattamente come su un cellulare, ci sarà la possibilità di scaricare aggiornamenti o integrare app di terze parti. Questa è la direzione”.
Nella sperimentazione di Envelope si parla anche di testare le potenzialità del 6G. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Partiamo dal 5G, che vanta ottimi requisiti, ancora non sfruttati appieno. I progetti europei servono a sperimentare nuovi servizi e fare da volano per un incremento di utilizzo di tutte le potenzialità della tecnologia 5G, e per garantire che vengano rispettati i requisiti. Il 6G non è ancora uno standard ben definito, rappresenta la generazione successiva. Al momento, la vera rivoluzione, è usare completamente le potenzialità del 5G”.
Ultima battuta sul tema sicurezza: come si protegge un’auto connessa?
“Nel campo della cybersecurity non si può azzerare il rischio, ma mitigarlo. Per abbattere significativamente il rischio è necessario partire dalla fase di progettazione by security. Bisogna sviluppare prodotti che rispettino le normative vigenti in termini di sicurezza, altrimenti diventa difficile implementarle sui veicoli in un secondo momento. Per le nuove automobili è già così, nascono partendo da un livello minimo di sicurezza stabilito. Lo stesso vale per i prototipi, come quelli utilizzati nel progetto Envelope”.