Le eccellenze dell’imballaggio in vetrina al Best Packaging 2025
Un premio fondato nel 1957 che si evolve ogni anno, a cura dell’Istituto Italiano Imballaggio
Il packaging è un settore in continua evoluzione che deve adattarsi alle esigenze del mercato e a quelle dei consumatori, aprendosi a nuovi materiali e nuove tecnologie. Ad accompagnare questo processo c’è l’Istituto Italiano Imballaggio, diretto da Francesco Legrenzi. Ecco la nostra intervista.
L’Istituto Italiano Imballaggio è il network associativo di riferimento per la supply chain del packaging. Quali sono i soggetti che fanno parte di questa rete?
«Le nostre quasi 400 aziende associate hanno una caratteristica peculiare, ossia appartengono a filiere diversificate: da aziende che producono materie prime per la fabbricazione del packaging, come ad esempio le cartiere, ad aziende che producono polimeri o, ancora, inchiostri o adesivi. Esiste poi una folta rappresentanza di converter e produttori di packaging: sono i cosiddetti trasformatori, chi effettivamente realizza il contenitore in vetro, in plastica, in carta o in materiale flessibile. Infine, parliamo anche degli utilizzatori, intendendo prioritariamente aziende alimentari, cosmetiche, farmaceutiche, chimiche e aziende che producono beni durevoli. Sono tutte realtà molto sensibili al packaging e grandi consumatrici di imballaggi – sia quelli primari, che rivestono il prodotto pronto per il consumo, sia quelli terziari legati alla logistica e alla catena di distribuzione.
Sul fronte della grande distribuzione organizzata, nostri soci sono alcuni dei leader del mondo retail. Contiamo anche diversi laboratori, che si occupano di prove e test sul packaging, enti di certificazione, studi di consulenza e di design.
Fanno parte della nostra rete associazioni aderenti a Confindustria come Federchimica e Cosmetica Italia, che sono molto interessate ad avere tutta una serie di informazioni e documentazioni relative al packaging».
Qual è il ruolo della Fondazione Carta Etica Packaging, spin-off dell’Istituto?
«La Fondazione nasce nel 2020, rispecchiando e replicando la governance dell’Istituto. Diversamente da quest’ultimo, che eroga servizi B2B alle aziende, la Fondazione persegue esclusivamente finalità civiche, solidaristiche e di utilità alla promozione e divulgazione dell’imballaggio come strumento di progresso e di civiltà attraverso la diffusione della scienza che regola le funzioni che il packaging deve svolgere, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile ed etico. Per questo si è dotata di una carta etica del packaging, uno strumento di riflessione e di impegno attorno al quale convergere per accompagnare questo settore verso un futuro più consapevole. Secondo i dieci articoli di cui si compone questo documento, ogni imballaggio quando viene progettato deve essere pensato per essere: responsabile, equilibrato, sicuro, accessibile, trasparente, informativo, contemporaneo, lungimirante, educativo, sostenibile.
La Fondazione svolge un’attività prettamente etica grazie alla sovvenzione dello stesso Istituto e di altri enti interessati, ma anche dei cosiddetti ambasciatori: sono aziende che credono nei valori della carta etica, l’hanno sottoscritta e partecipano alle varie iniziative, che consistono principalmente in attività di educazione e formazione nell’ambito delle scuole primarie e secondarie e delle università. Altre attività socialmente rilevanti si svolgono nelle carceri e negli enti del terzo settore che si occupano di disabilità».
Come funzionano i servizi di consulenza e formazione erogati dalla società di servizi Packaging Meeting Srl?
«Premetto che l’Istituto Italiano Imballaggio eroga a tutti i soci dei servizi gratuiti, garantiti da un pool di circa cinquanta consulenti. Tutte le specializzazioni di cui sono dotati ci consentono di avere una mappatura mondiale di tutte le problematiche in capo alle aziende, le quali trovano soddisfazione alle loro richieste di informazioni, alle loro necessità di orientamento e di applicazione della legislazione.
Tuttavia, abbiamo pensato di creare la società di servizi Packaging Meeting, che ha lo scopo principale di organizzare attività di formazione destinate agli associati in virtù di un contributo agevolato e, molto spesso, anche in forma gratuita. È aperta anche ai non soci e, a oggi, comprende 250 percorsi formativi, tra conferenze e seminari svolti sia online che in presenza, a Milano e in altre sedi in Italia.
Molte aziende hanno bisogno di essere seguite in maniera dettagliata e allora per loro c’è un’attività di consulenza mirata, totalmente personalizzata sulle loro esigenze e basata su un percorso da costruire in sinergia con un project manager dedicato».
Quali buone pratiche vuole diffondere l’Istituto sul packaging e sulla sostenibilità ambientale?
«L’obiettivo primario dell’Istituto è quello di consentire alle aziende di applicare correttamente le leggi e, dove è possibile, di anticipare gli orientamenti legislativi.
Ci occupiamo anche di rendere note tutte le principali tecnologie che via via emergono a livello globale, aiutando le aziende ad applicare tutte le disposizioni al meglio e a essere
molto attente alle normative in tema di packaging. Dobbiamo infine considerare che l’imballaggio contiene i prodotti che vengono usati dai consumatori; quindi, per noi è molto importante una comunicazione corretta e rispettosa nei confronti degli utilizzatori finali».
Ci stiamo avvicinando alla scadenza delle iscrizioni per il contest Best Packaging 2025, l’Oscar dell’Imballaggio. Qual è il focus di questo premio?
«L’Oscar dell’Imballaggio – questo è stato il suo nome fin al 2017 – è un contest ideato dall’Istituto Italiano Imballaggio e si tiene ogni anno dal 1957. Esso promuove, valorizza e premia le migliori soluzioni di imballaggio, in commercio o in fase di industrializzazione, per l’anno di riferimento.
Fin da quando è nato, ha voluto mettere in luce quella che è l’innovazione nel settore packaging. Nel corso degli anni ha subito tante variazioni, al fine di adeguarsi ai trend del mercato e agli stili di vita dei consumatori.
Il focus di quest’anno è l’innovazione tecnologica, intesa come ottimizzazione tecnica dei materiali, delle prestazioni e dei macchinati utilizzati per la realizzazione dei prodotti.
L’attenzione è su processi produttivi che consentano di far risparmiare tempo, di far risparmiare materia prima e di supportare al meglio l’operatore: tutta una serie di livelli di innovazione di tipo ingegneristico, ma anche di tipo progettuale.
Accanto al tema centrale dell’anno, anche in questa edizione abbiamo creato dei premi speciali, per non perdere di vista altri due aspetti che sono sempre molto attuali: con il Premio Special Quality Design, patrocinato dalla Scuola del Design del Politecnico di Milano, mettiamo in luce la progettazione, il design e la qualità del progetto packaging; con il Premio Speciale Ambiente, supportato da Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) evidenziamo le buone prassi di prevenzione ambientale e le linee guida di eco-design, che consentono di mettere sul mercato imballaggi sempre più leggeri e sempre più riciclabili.
La premiazione dei vincitori del concorso avverrà il 28 maggio 2025 sul palco di Ipack-Ima Milano, la fiera internazionale dedicata ai materiali e alle tecnologie di processing e packaging per il mondo food e non food: sarà una platea estremamente qualificata, con esperti del settore che avranno modo di apprezzare le innovazioni emerse dal nostro contest».
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