• 20/05/2025

PMI torinesi e la poca fiducia nel futuro

 PMI torinesi e la poca fiducia nel futuro

Le PMI torinesi, dopo i primi sei mesi positivi del 2023, vanno incontro a incertezza, cali di fiducia e conseguente scarsa propensione alla pianificazione; questo è quanto ci dice l’indagine congiunturale di Api Torino

Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano la struttura portante della nostra economia nazionale. Si tratta di realtà imprenditoriali molto eterogenee, le cui dimensioni rientrano in determinati limiti, finanziari e occupazionali.

Le PMI sono protagoniste anche dell’economia locale, sia per il loro numero che per il fatturato complessivo e per la forza lavoro impiegata. È quindi importante che questo settore imprenditoriale sia in ottima salute per contribuire al benessere del Paese, oltre che del tessuto economico territoriale.

Secondo un’indagine congiunturale di Api Torino, nei primi sei mesi dell’anno le PMI torinesi hanno avuto una buona tenuta economica e hanno conservato la volontà di investire, ma al contempo emerge scarso ottimismo per il futuro. Risulta una scarsa propensione alla pianificazione, conseguente alle politiche sui tassi di interesse e alle condizioni dei mercati internazionali. Inoltre le ipotesi degli imprenditori sui saldi previsionali sono negative.

Dall’indagine risulta inoltre un portafoglio ordini molto ristretto e la previsione di un prossimo ricorso alla cassa integrazione. Atteso un leggero calo anche del livello occupazionale; inoltre meno della metà delle PMI prevede nuove assunzioni.

PMI torinesi: qualche dato

Il comparto delle piccole e medie imprese di Torino e provincia è una realtà molto variegata. Tra le varie tipologie di attività ricordiamo: i servizi alle imprese (primo settore per numero di imprese nel torinese), i servizi alle persone, le costruzioni, l’industria, il turismo, il commercio e l’agricoltura.

Secondo l’indagine congiunturale di Api Torino, nel primo semestre del 2023, le piccole e medie imprese torinesi hanno fatto registrare numeri positivi, con un saldo produzione al +2,6%, un saldo ordini al +8,1%, e un saldo fatturato al +7,9%. Certo, dati con segno positivo, ma pur sempre in calo rispetto agli ultimi sei mesi dello scorso anno.

Sull’andamento positivo dei primi sei mesi incide fortemente l’apporto delle aziende esportatrici, le quali si trovano in una posizione migliore rispetto alle aziende con prodotti destinati al solo mercato interno.

Ciò posto, emerge il sostanziale clima di diffidenza verso i prossimi mesi. Le cause di questa sfiducia sono molteplici; tra queste la situazione dei mercati internazionali, o ancora il rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE. Le imprese torinesi hanno quindi una poca propensione alla pianificazione sul lungo periodo, anche in forza degli ordini che nel 44% dei casi non superano i 30 giorni.

Inoltre, per il secondo semestre del 2023, le previsioni degli imprenditori sono negative e indicano una diminuzione dei saldi previsionali riguardanti: produzione (-19,2%), fatturato (-8,8%) e ordini (-7,1%).

Anche la cosiddetta “recessione tecnica” tedesca sta innescando tensioni sulle attese delle piccole medie imprese metalmeccaniche, le quali trovano nella Germania il principale partner commerciale.

Per quanto riguarda gli investimenti, nei primi sei mesi dell’anno, ben il 62,4% delle imprese ne ha realizzati di nuovi. Ma la previsione per il secondo semestre scende al 32,5%.

Se nei primi sei mesi del 2023 le aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione si attestano al 6%, le previsioni per la seconda parte dell’anno indicano un aumento degli imprenditori che ricorreranno agli ammortizzatori sociali: in totale potrebbero essere più del 10%.

Infine, il livello occupazionale rimane positivo (saldo al +8,8%), anche se si prevede un leggero calo. Previste nuove assunzioni solo da parte del 45% delle aziende.

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Paolo Alpa

Redattore con esperienza in ambito turistico, enogastronomico e ambientale

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